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Paolo era un rispettabile fariseo che perseguitava con fervore i cristiani fino a quando, un giorno, Gesù gli apparve lungo la strada per Damasco. I cristiani rimasero sbalorditi nel vedere Paolo iniziare a predicare che Gesù era davvero il Cristo, il Messia promesso di Israele e del mondo. Paolo soffrì molto per la sua fede in Cristo, ma fece anche molto per diffondere il Vangelo in tutto Israele e in Asia Minore. Anche se i peccati più gravi di Paolo sono registrati come avvenuti prima della sua conversione, egli ammise di continuare a combattere contro il peccato anche dopo essere diventato credente (Rom. 7:18–25).
Dio usò il fervore e l’istruzione superiore di Paolo per diffondere il Vangelo e insegnare a milioni di persone nei secoli successivi alla resurrezione di Gesù riguardo alle dottrine fondamentali della fede cristiana. Possiamo imparare da Paolo che diventare cristiani non significa che non peccheremo mai; piuttosto, la vita cristiana è una lotta tra lo Spirito e la carne che continuerà fino alla nostra morte, quando saremo liberati dai nostri corpi mortali. I credenti riceveranno nuovi corpi che non potranno mai essere corrotti, proprio come il corpo risorto del loro salvatore Cristo (1 Cor. 15:12–28).
L’unico vero uomo buono che sia mai vissuto sulla terra è Gesù, il Dio-uomo. Se qualcuno di noi dovesse dipendere dalle proprie opere per avere una posizione giusta davanti a Dio, saremmo tutti condannati. La Bibbia ci dice: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Rom. 3:23). Fortunatamente, Gesù si fece uomo per osservare perfettamente la legge di Dio e per essere il perfetto sacrificio espiazione per tutti i peccatori che ripongono la loro fede in lui solo, grazie alla grazia di Dio:
Ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, a quelli che credono nel suo nome, ha dato il diritto di diventare figli di Dio, nati, non dal sangue né dalla volontà della carne né dalla volontà dell’uomo, ma da Dio. (Giovanni 1:12–13)