“Allora gli occhi di Adamo e Eva si aprirono, e conobbero di essere nudi, e cucirono foglie di fico insieme, e si fecero cinture.”
Questa traduzione curiosa di Genesi 3:7 risale al 1579.
L’originale ebraico si riferisce semplicemente a “coperture”, ma i traduttori, temendo che una “copertura di foglie di fico” fosse troppo audace, donarono ad Adamo ed Eva un abbigliamento più sostanzioso. Tuttavia, il punto chiave di questa copertura fatta di foglie di fico era che era ridicolmente fragile e inadeguata.
Prima di pecare, Adamo ed Eva erano nudi e “non si vergognavano”. Vivevano nell’amore e nel calore di Dio e non avevano nulla da nascondere. L’innocenza donava loro fiducia.
Adamo ed Eva pensavano che le foglie di fico li proteggessero.
Poi Adamo ed Eva trasgredirono il comando di Dio e mangiarono dall’albero della conoscenza del bene e del male. Diventarono trasgressori e tentarono di nascondere la loro ribellione peccaminosa con… foglie di fico. Erano stati creati per amare, godere e obbedire a Dio, e cercarono di coprire il loro vandalismo disumano con… foglie di fico. Avevano oltraggiato il Santo, Santo, Santo Signore—la cui sfavillante santità si oppone al peccato con una furia violenta—e credevano che foglie di fico potessero proteggerli.
Seguo i sapienti ebrei che traducono Genesi 3:8 in questo modo:
Udirono il suono del Signore Dio che camminava nel giardino, nel vento della tempesta, e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza del Signore Dio tra gli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo: “Dove sei?!” Rispose: “Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo; perciò mi sono nascosto.”
Per la loro terribile, criminale e sciocca ribellione, Adamo ed Eva meritavano appieno l’ira feroce del Santo Signore, e cercarono di nascondersi dietro un’improbabile vegetazione.
I nostri “fichi” potrebbero proteggerci dal giudizio di un dio dei desideri, ma mai dal vero e santo Signore.
Allo stesso modo, cerchiamo di coprire i nostri peccati con le foglie di fico di rituali religiosi o di una scaltra dimostrazione di moralità, oppure con scuse per il nostro cattivo comportamento o con il pensiero che “sto facendo del mio meglio e Dio dovrebbe essere contento di questo”.
Tali foglie di fico potrebbero proteggerci dal giudizio del dio dei desideri, ma mai dal vero e santo Signore. La buona notizia è che Egli ci protegge dal suo stesso giudizio attraverso il sacrificio di Gesù. “Egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, è stato schiacciato per le nostre iniquità” (Isaia 53:5).
Quando ci presenteremo davanti a Dio per il giudizio finale, le foglie di fico delle scuse e della propria giustizia non potranno proteggerci. La Croce, e solo la Croce, ci difende dalle frecce affilate della sua ira santa.
In Egitto, Israele trovò rifugio sicuro nelle case marchiate col sangue dell’Agnello Pasquale. Così anche noi dobbiamo riparo solo nel sangue di Cristo crocifisso, il cui sangue è stato versato come punizione per i nostri peccati.