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Cosa Rappresenta il Venerdì Santo?

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E uscì portando la propria croce verso il luogo chiamato Il luogo del Cranio, che in aramaico si chiama Golgota. Lì lo crocifissero, e con lui altri due, uno da un lato e Gesù in mezzo a loro (Giovanni 19:18).

Gesù portò la propria croce fino al luogo dell’esecuzione; era ferito e completamente disidratato. Le sue forze fisiche erano esaurite mentre portava la croce per circa ottocento metri. Giunto al Golgota, il luogo di esecuzione romano, Gesù si trovò di fronte a parole cupamente minacciose: “lì lo crocifissero”.

Che cos’è la crocifissione?

I soldati legarono Gesù a testa in giù contro la croce e gli trapassarono i polsi con due pesanti chiodi di ferro quadrati. Poi presero il piede sinistro di Gesù, lo spinsero contro il destro, entrambi rivolti verso il basso, per infilare un altro chiodo attraverso entrambi, permettendo un po’ di flessibilità per il movimento. Gesù pendeva lì in un dolore atroce, sollevandosi per respirare finché il suo cuore non fu compresso e soffrì di asfissia. Questa è la morte crudele della crocifissione.

I soldati spogliarono Gesù dei suoi vestiti, dividendoli in quattro parti. Nelle esecuzioni romane, le vittime venivano appese nuda alla croce, avvolte dalla vergogna. La crocifissione di Gesù si concluse con il suo grande desiderio di bere, tanto che non poteva neppure deglutire mentre gridava: “Ho sete.”

Una delle esperienze più strazianti che si possano affrontare in questa vita è la morte per sete. Secondo uno studio del primo ventesimo secolo di W. J. McGee sulla morte per disidratazione,

La saliva diventa densa e dal sapore sgradevole; la lingua si attacca irriterà a denti e palato…. Sembra formarsi un nodulo in gola…. Si avverte un forte dolore alla testa e al collo. Il viso sembra gonfio a causa dell’assottigliamento della pelle…. Parlare diventa impossibile…. La lingua si gonfia a tal punto da schiacciare le mascelle…. La gola è così gonfia che respirare diventa difficile…. Infine… c’è la “morte vivente.”[1]

I soldati si presero gioco di Gesù, offrendogli vino aceto (Giovanni 19:29). Leggiamo le ultime parole di Gesù: “È compiuto”, mentre chinò il capo e rese lo spirito (Giovanni 19:30).

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Nella morte di Cristo si rivela una storia più grande.

I dettagli fisici delle sofferenze di Cristo, riportati dagli scrittori biblici, in particolare Giovanni, mirano a farci comprendere il significato teologico più profondo della morte di Cristo. Gli aspetti fisici erano comuni a qualsiasi criminal che affrontava la crudeltà della crocifissione. Ciò che accadeva nella morte di Gesù era completamente diverso da tutto ciò che era già avvenuto.

Pilato si era insediato e dichiarò Gesù colpevole, sebbene non ci fosse in lui alcun errore che meritasse tale giudizio. Proprio come Isacco portò la legna all’altare per la sua morte, Gesù portò la legna sulle spalle verso l’altare; solo che questa volta non c’era un agnello nel folto a salvarlo, poiché egli è “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” (Giovanni 1:29).

Gesù arrivò al luogo del Cranio—Golgota. È qui che sarebbe stata raggiunta una grande vittoria, schiacciando il capo del serpente come promesso in Genesi 3:15. Gesù fu spogliato per farci capire che stava portando la nostra vergogna. Proprio come la vergogna del primo Adamo fu coperta da Dio nel giardino, ora Dio scoprì il suo giusto Figlio nel giudizio per portare la vergogna della nostra colpa e ribellione.

Al Golgota, Cristo bevve il calice dell’ira di Dio con un grido di profonda “sete.” Gesù parlò frequentemente dell’inferno come un luogo di sete senza fine. Egli discese negli inferi per noi, affrontando la nostra sete interminabile di un giudizio eterno meritato. Il messaggio è chiaro: sulla croce, Gesù stava soffrendo, nel corpo e nell’anima, l’ira di Dio per i nostri peccati.

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Questo è il Vangelo cristiano.

Nel Venerdì Santo, un giudice più grande di Ponzio Pilato prese posto; piacque al Padre celeste ferire il suo amato Figlio, per noi e al nostro posto. Gesù prese su di sé il giudizio che meritavamo per liberarci, come dice il Catechismo di Heidelberg, “dal severo giudizio di Dio.”

Le ultime parole di Gesù sulla croce, “È compiuto,” non lasciano alcun dubbio su ciò che resta da compiere. Gesù ha pagato, in corpo e anima, per tutti i nostri peccati. È fatto, compiuto e completo. Che meraviglioso Vangelo annuncia la fede cristiana: Il giusto per gli ingiusti, egli “che non conobbe peccato, affinché in lui potessimo diventare la giustizia di Dio” (2 Cor. 5:21).

Questo è il Vangelo cristiano. Non puoi aggiungere nulla. Non puoi renderti più giusto oggi davanti a Dio di quanto l’offerta di Gesù abbia già compiuto. Dio ti sta chiamando, caro lettore, per grazia, a credere in Gesù e sarai giustificato e liberato da tutti i tuoi peccati. Questa è la migliore notizia che Dio potesse mai dare a un mondo avvolto dalle tenebre, segnato dal peccato e dal dolore. Credete nel Signore Gesù Cristo, e sarete salvati. Questa è la buona notizia del Venerdì Santo.

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