Nota dell’editore: Questa è la seconda parte di una serie sul Credo degli Apostoli.
Quando avevo diciotto anni, ho guidato un Land Rover Series II del 1958. Non aveva navigatore, radio, aria condizionata, airbag, sedili regolabili o persino cinture di sicurezza.
Non era una Tesla, ma possedeva gli elementi essenziali: quattro ruote, un motore, un volante e (un apparente) sistema frenante. Insomma, era pur sempre un’automobile.
Allo stesso modo in cui ci sono parti minime necessarie per definire un’automobile, esistono credenze fondamentali che caratterizzano un Cristiano. Queste si trovano nel Credo degli Apostoli e in questo testo mi concentrerò sulla seconda affermazione:
Articolo Due: “Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore.”
Il Credo degli Apostoli parlerà molto di più della nascita, della sofferenza, della morte, della risurrezione, dell’ascensione e del ritorno di Cristo, riguardo alle opere svolte da Gesù e a quelle che compirà. Questa frase si concentra su chi è Gesù. Ogni parola ha un grande significato.
Gesù è un nome che deriva dalla parola ebraica Yeshua, che significa “Salvatore di Dio”. Come disse l’angelo a Giuseppe,
“[Maria] partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai suoi peccati.” (Matteo 1:21)
Cristo è un titolo, non il cognome di Gesù. È l’equivalente greco della parola ebraica Messia che significa “Unto”. Nell’Antico Testamento, profeti, sacerdoti e re venivano consacrati al loro ruolo mediante l’unzione con l’olio. Come Cristo, Gesù è il Profeta (portavoce), Sacerdote (colui che riconcilia Dio e l’umanità peccatrice) e Re, promesso e unto da Dio.
In quanto unico Figlio, Gesù porta in sé tutte le attributi divini del Padre.
“L’unico Figlio di Dio” sottolinea l’amore di Dio per Gesù. In quanto unico Figlio, Gesù porta con sé tutte le qualità divine del Padre. Solo lui erediterà tutta la gloria e l’onore del Padre. Durante la trasfigurazione di Gesù, il suo Padre parlò dal cielo: “‘Questo è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo.’” (Matteo 17:5).
“Il nostro Signore.” Nell’Antico Testamento ci sono due parole che vengono tradotte come Signore. Adonai significa “padrone” e descrive una persona che detiene posizione e autorità su altri. YAHWEH è il nome personale di Dio. Deriva da una parola ebraica che significa “Io Sono” e si riferisce all’autosufficienza e alla fedeltà di Dio verso il suo popolo.
Mosè chiese a Dio il suo nome:
Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono.” E aggiunse: “Dirai così agli Israeliti: ‘Io sono mi ha mandato a voi.’” Dio disse anche a Mosè: “Dirai così agli Israeliti: ‘Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi.’ Questo è il mio nome in eterno, e così sarò ricordato in tutte le generazioni.” (Esodo 3:14-15)
Quando il Nuovo Testamento si riferisce a Gesù come Signore, lo identifica esplicitamente con il Signore dell’Antico Testamento. Egli è degno di tutto l’amore, l’ubbidienza e la adorazione che si devono a Dio.
Gesù Cristo è “il nostro grande Dio e Salvatore” (Tito 2:13).
Ecco perché, quando i farisei misero in dubbio l’identità di Gesù, egli disse: “‘In verità, in verità vi dico, prima che Abramo fosse, Io sono’” (Giovanni 8:58).
Ecco perché Tommaso, quando finalmente aprì gli occhi per vedere chi fosse veramente Gesù, esclamò: “‘Mio Signore e mio Dio!’” (Giovanni 20:28).
Un Cristiano non crede soltanto che Gesù sia esistito. Ogni studente di storia informato crede ciò. Un Cristiano crede che Gesù sia il Salvatore di Dio, l’Unto, l’unico Figlio di Dio Padre e il Signore.
Gesù Cristo è “il nostro grande Dio e Salvatore” (Tito 2:13). È la nostra più grande libertà, speranza e gioia credere in questo.