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Il tuo pastore online non ti ama come il tuo pastore locale

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Non dimenticherò mai il giorno in cui mi sono trovato di fronte a un giovane nella nostra chiesa e ho sentito la tentazione di dire: “Il Pastore Online [Da Compilare] non ti ama come faccio io!” Lo avevo guidato per alcuni anni, avevo affrontato con lui svariate situazioni e mi importava profondamente di lui. Come suo pastore, ho preso seriamente l’invito a pascere le sue pecore, agendo come un sotto-pastore del Capo Pastore (1 Pietro 5:1-4). Quel giorno rappresentava il culmine di mesi e mesi spesi a curarlo.

C’era un pericolo specifico di fronte a quel giovane e dovevo avvertirlo. Conoscendolo bene, credevo che avrebbe ascoltato le mie parole di saggezza tratte dalla Parola di Dio e avrebbe permesso che lo guidassi. Quando l’ho affrontato riguardo le acque pericolose in cui si trovava e gli ho messo in guardia su ciò che sarebbe potuto succedere se avesse continuato a nuotare in esse, lui ha tirato fuori articoli da vari siti cristiani che sostenevano il suo percorso. In breve, stava chiaramente affermando che ci sono molteplici opinioni su certi temi e non avrebbe lasciato che la mia voce, poco in vista e poco celebre, avesse più peso di quella di pastori noti.

L’influenza dei pastori celebri può ridurre quella dei pastori locali.

Dopo quell’incontro, ho compreso uno dei maggiori pericoli che affronta oggi la chiesa locale. Viviamo in una cultura in cui la quantità di informazioni accessibili è senza precedenti nella storia. Queste informazioni conferiscono risalto e autorevolezza alle celebrità. Un tempo, i pastori ed anziani della chiesa locale erano molto rispettati e seguiti, ma ora sono solo una voce che spesso viene sopraffatta da chi ha scritto più libri, ha podcast ed è presente a conferenze.

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Questo pericolo non è solo una minaccia per i membri della chiesa, ma anche per i pastori e gli anziani che confondono la fedeltà con la reputazione. È troppo facile per chi è chiamato al ministero sentirsi come se i suoi consigli non avessero lo stesso peso se non ha scritto un libro o non parla a conferenze. Il rischio di eccesso di informazioni e voci celebri ha il potere di sminuire la voce di coloro che sono stati chiamati a guidare il popolo di Cristo.

Un pastore fedele dà la vita per le sue pecore.

In Ezechiele 34, Dio confronta i pastori d’Israele per la loro guida egoistica che proclama pace quando pace non c’è. Questo ha lasciato il popolo di Dio affamato, senza una guida e bisognoso di un pastore. L’accusa principale di Dio contro di loro è che i pastori d’Israele erano mossi dall’egoismo e si curavano poco di Dio e del suo popolo. Ezechiele 34 fa da sfondo a Giovanni 10, dove Gesù è il Buon Pastore che parla alle sue pecore, che le ama e dà la sua vita per esse.

Gesù non è venuto in abiti regali e non era apprezzato da tutti, ma conosceva le sue pecore e le guidava verso luoghi di cui avevano bisogno (non soltanto dove erano desiderose di andare). Nonostante la sua assoluta fedeltà a Dio e il vivere come il Buon Pastore, fu trattato come i pastori egoisti di Ezechiele 34 meritavano di essere trattati. Risuscitando il terzo giorno, affermò di essere il Buon Pastore che guida il suo popolo attraverso la valle dell’ombra della morte e accanto a acque tranquille (Salmo 23). Anche oggi, i pastori devono essere diligenti nel prendersi cura delle pecore di Gesù.

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Il ministero quotidiano della chiesa locale è essenziale per la salute e la crescita del corpo di Cristo.

Cosa significa tutto questo per noi oggi? È un invito a rimanere fedeli al Buon Pastore. Ciò significa che i membri della chiesa ascolteranno il loro pastore e renderanno gioiosa la guida del loro leadership ecclesiastica (Ebrei 13:17). Significa che il pastore/anziano si impegnerà a rimanere fedele al Vangelo, anche quando sembra banale. È un invito alla chiesa locale ad essere grata per le piattaforme che Dio offre a qualcuno dei suoi servitori, ma anche a essere contenta nel ministero quotidiano della chiesa locale. Le parole di Paolo a Timoteo sembrano oggi quanto mai attuali come duemila anni fa:

Ti comando alla presenza di Dio e di Cristo Gesù, che è per giudicare i vivi e i morti, e per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola; sii pronto in ogni momento; rimprovera, riprendi ed esorta, con ogni pazienza e insegnamento. Perché verrà il tempo in cui non sopporteranno più la sana dottrina, ma, avendo orecchie che prudono, si accumuleranno insegnanti secondo le loro passioni, e si distoglieranno dalla verità, e si volgeranno alle favole. Quanto a te, sii sempre sobrio, sopporta le sofferenze, fai l’opera di un evangelista, adempi il tuo ministero. (2 Timoteo 4:1-5)

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