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L’Arrivo del Regno di Dio

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Note Editoriale

Oggi, molti teologi discutono del regno di Dio come un fenomeno “già e non ancora”. Questa espressione cerca di catturare l’insegnamento del Nuovo Testamento, dove il Figlio di Dio è venuto per inaugurare il regno di Dio in questo mondo durante la sua incarnazione, “già”, ma non lo completerà “non ancora” fino al suo ritorno alla fine di questo tempo. Quando parliamo di “regno di Dio”, ci riferiamo alla nuova creazione, ai nuovi cieli e alla nuova terra, descritti chiaramente, ad esempio, in Rivelazione 21-22. Questo regno che è “già” è fondamentale per descrivere l’opera di Cristo nella sua prima venuta, la quale ha cambiato la storia cosmica alla sua radice.

Quando è stato inaugurato il regno di Dio?

Per comprendere che il regno di Dio è stato inaugurato, consideriamo un aspetto: la regalità di Gesù Cristo sulla nuova creazione. Grazie alla sua opera di redenzione per il suo popolo, tutta l’autorità in cielo e sulla terra gli appartiene (Matt. 28:18; Col. 2:10, 15) sia in questo tempo che nel mondo a venire (Eph. 1:20-22; Filipp. 2:9-11), tanto che ora “sostiene l’universo con la parola della sua potenza” (Ebr. 1:3). Durante l’ascensione trionfante di Cristo alla destra del Padre nella gloria della resurrezione, egli si è seduto insieme al Padre sul suo trono eterno (Riv. 3:21), dal quale fluirà eterna vita in abbondanza (Giov. 10:10) come centro della nuova creazione (Riv. 22:1). Questo significa che tutti coloro che sono uniti a Cristo Gesù per fede sono già coinvolti nell’esistenza della nuova creazione: “Perciò, se qualcuno è in Cristo, è una nuova creazione. Le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2 Cor. 5:17; cf. Eph. 2:10).

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La Nascita del Re

In un suo scritto, il puritano inglese John Owen afferma: “Abbiamo precedentemente dichiarato l’opera dello Spirito Santo nel preparare e formare il corpo naturale di Cristo. Questo è stato l’inizio della nuova creazione”. Owen si riferisce al fatto che sia Matteo che Luca testimoniano che la nascita di Cristo è stata realizzata dallo Spirito Santo tramite la concezione della vergine Maria (Matt. 1:18, 20; Luca 1:35). È giusto affermare che dove appare lo Spirito Santo nel Nuovo Testamento, ci si riferisce a qualche attività di nuova creazione. E poiché il regno di Dio è la nuova creazione, lo Spirito stava portando il regno di Dio al momento della concezione e della nascita di Gesù. Pertanto, la nascita di Cristo era un evento regale.

Il Battesimo di Gesù

Il battesimo dei credenti è un evento spirituale complesso, ma solo perché affonda le radici nel battesimo stesso di Cristo, che ha segnato l’inizio del suo ministero sulla terra culminante nella sua morte per il suo popolo. Ad esempio, Gesù si riferisce alla sua imminente morte sulla croce come al suo battesimo (Luca 12:50). E Paolo parla del nostro battesimo come unione con la morte di Cristo: “Non sapete che tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella sua morte?” (Rom. 6:3-4). Al momento del battesimo, lo Spirito scese su di lui (Marco 1:10), simboleggiando la sua unzione per un ministero pieno di Spirito. E il suo ministero sulla terra era centrato sulla sua morte espiatoria sulla croce, culminando nella sua resurrezione dai morti per mezzo dello Spirito (Rom. 1:4). Quindi, nel suo battesimo, il regno di Dio si avvicinava sempre di più.

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Le Parole e le Opere Terrestri di Gesù

La natura dell’opera regale di Cristo per il suo popolo è stata dimostrata sia attraverso i suoi insegnamenti che le sue azioni con potenza e autorità. Ad esempio, egli concede al suo popolo la possesso del regno dei cieli (Matt. 5:3, 10), costituendo un’eredità eterna in una nuova creazione imperitura (Ebr. 9:15; 12:26-28; 1 Piet. 1:4). Questo insegnamento ha stupito gli ascoltatori di Gesù perché proveniva da un’autorità regale e divina (Matt. 7:28-29).

La Croce

Quando Cristo Gesù morì sulla croce, sconfisse la morte (Rom. 6:9) ed entrò nella gloria della nuova creazione come risultato (Luca 23:43; Giov. 17:1-5). Inoltre, la sua morte ha reso il nostro Signore mediatore della nuova, eterna alleanza, che funge da base costituzionale della nostra eredità eterna del regno di Dio (Ebr. 9:14-15; Matt. 25:34). La croce è quindi l’evento cruciale per l’installazione del regno di Dio. Il Re ha conquistato la sua nuova dominazione creativa alla destra del Padre soffrendo la collera dovuta ai peccati del suo popolo.

Peneteosta

Dopo la sua resurrezione, Gesù disse ai suoi undici discepoli rimanenti che teneva autorità su tutta la creazione (Matt. 28:16, 18). Il regno di Dio aveva il suo re, che poi incaricò gli apostoli di guadagnare nuovi cittadini per lui in tutto il suo regno terrestre. Tuttavia, il Signore sapeva che questo avrebbe sopraffatto i suoi discepoli titubanti (Matt. 28:17), così li assicurò che non sarebbero andati da soli ma che egli sarebbe stato con loro “fino alla fine dell’età” (Matt. 28:20). Questa promessa straordinaria non è nuova; infatti, Gesù aveva precedentemente promesso che non avrebbe lasciato il suo popolo come orfani, ma sarebbe venuto a noi attraverso la persona dello Spirito Santo (Giov. 14:18-29).

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Conclusione

Descrivere il regno di Dio come “già” e “non ancora” può sembrare confuso e dare l’impressione di un enigma. Ma è un modo per esprimere la reale presenza del regno eterno e nuovo di Dio nella nostra epoca a causa dell’opera compiuta di Cristo. Abbiamo esaminato alcuni modi in cui questa prima instaurazione del regno è attestata nel Nuovo Testamento, con particolare attenzione alla regalità e al dominio di Cristo in questo periodo. Il fatto è che i vari aspetti del regno di Dio possono essere visti come il tema centrale di tutta la Scrittura, quindi c’è molto di più da dire. Per ora, però, dovremmo uscire con una maggiore certezza della cura sovrana del nostro Signore per il suo popolo, a cui ha generosamente concesso la verità entusiasmante: “[F]or theirs is the kingdom of heaven” (Matt. 5:3, 10).

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