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Perché Adamo Chiamò Sua Moglie Eva?

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Il Piano Divino di Riscatto

Nel libro della Genesi, capitolo 2, versetti 15-17, Dio avvertì Adamo riguardo alle conseguenze dell’assunzione del frutto dall’albero della conoscenza del bene e del male: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo collocò nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse. E il Signore Dio comandò all’uomo, dicendo: ‘Potrai mangiare liberamente di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangerai, perché nel giorno in cui ne mangerai, certamente morrai.’” La relazione tra Dio e Adamo era dunque condizionata all’ubbidienza di Adamo. Il comando di Dio includeva sia una ricompensa per l’ubbidienza (la vita) che una conseguenza per la disobbedienza (la morte), e Adamo rappresentava l’intera umanità in questo patto. Adamo non mantenne il comando di Dio; invece, lui e sua moglie mangiarono il frutto proibito, portando morte e condanna su se stessi e su tutta la sua discendenza.

La Giustizia di Dio e il Vangelo

Perché Adamo ed Eva non morirono nel giorno in cui peccarono nel giardino dell’Eden come Dio aveva detto? Inoltre, quale legame esiste tra il nome di Eva e Gesù? Il protoevangelium rappresenta il primo annuncio del Vangelo nella Bibbia. Uno dei versetti chiave dell’Antico Testamento che ci guida verso l’unica via per tornare in una relazione retta con Dio si trova in Genesi 3:15, dove Dio pronuncia la sua maledizione sul serpente, con un’immensa promessa che riassume la Bibbia: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, e tra la tua progenie e la sua progenie; essa ti schiaccerà il capo, e tu le schiaccerai il calcagno.”

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Il Messia Promesso

Il teologo Louis Berkhof osserva che, sebbene Genesi 3:15 non nomini specificamente Cristo, ne profetizza la venuta: “La profezia di riscatto è ancora impersonale nel protoevangelium, ma è comunque una profezia messianica. Alla fine dei conti, la progenie della donna è Cristo, che assume la natura umana e, essendo messo a morte sulla croce, ottiene la vittoria decisiva su Satana.” Nella sua misericordia, Dio permise ad Adamo ed Eva di vivere affinché il Messia potesse nascere dalla progenie della donna.

La Speranza per l’Umanità

Dio aveva un piano divino sin dall’inizio. Essendo onnisciente, sapeva dall’eternità che Adamo avrebbe disobbedito e che l’unica speranza per lui e per i suoi discendenti poteva venire solo da Dio stesso. Un secondo Adamo doveva superare il test che Adamo non riuscì a superare. Per un momento, Satana sembrava aver ottenuto la vittoria (“tu le schiaccerai il calcagno”) quando Gesù fu crocifisso, ma in verità fu Gesù a trionfare sul peccato, sulla morte e sul diavolo (“essa ti schiaccerà il capo”).

Adamo, Eva e la Fede nel Piano di Dio

Il secondo Adamo, Cristo Gesù—sia pienamente Dio che pienamente uomo—osserverebbe perfettamente la legge di Dio e sopporterebbe la piena punizione per il peccato come sacrificio perfetto, affinché il suo popolo potesse essere nuovamente in comunione completa con il Creatore. Nominando sua moglie Eva, Adamo manifestò la sua fede nell’impegno di Dio di mantenere la propria promessa in Genesi 3:15. Adamo ed Eva non morirono immediatamente poiché dovevano generare figli dai quali sarebbe venuto il Salvatore. Adamo espresse la sua fiducia nella promessa di salvezza di Dio nominando sua moglie Eva, che significa ‘madre di tutti i viventi’ (Gen. 3:20). Infatti, la progenie della donna, Cristo Gesù, porterebbe a compimento tutto ciò che il Padre gli aveva affidato affinché tutti coloro che credono in lui possano avere la vita in presenza di Dio per l’eternità.

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