Nota dell’editore: Questo è l’ottavo capitolo di una serie sulla Preghiera del Signore, analizzata riga per riga.
“E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.” — Matteo 6:13 (ESV)
Dio ha posto Adamo ed Eva in Eden, un giardino colmo di piante e alberi meravigliosi, con tutto il cibo che desideravano. A loro Dio ha dato un solo comandamento:
“Potete certamente mangiare di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangerete, perché nel giorno in cui ne mangerete, certo morirete.” (Gen. 2:16-17)
Il serpente astuto si avvicinò e tentò Adamo ed Eva. Prima mise in dubbio il comandamento: “Dio ha davvero detto: ‘Non mangerete di alcun albero del giardino’?” (Gen. 3:1).
Notate come il serpente distorse il comando di Dio rendendolo più severo di quanto fosse: “Non mangerete di alcun albero del giardino.” Questo è il punto di partenza della tentazione: mettere in discussione la giustizia dei comandamenti di Dio.
La tentazione deriva dal dubitare delle conseguenze del peccato.
La donna (sbagliando) corresse il serpente e ripeté l’avvertimento che sarebbero morti se avessero mangiato di quell’albero (Gen. 3:2). Ora il serpente contraddice chiaramente Dio: “Non morirete affatto” (Gen. 3:4). Questa è la crescita della tentazione: dubitare delle conseguenze del peccato. Sicuramente non succederà nulla di grave!
Il serpente intensifica la tentazione mettendo in discussione le intenzioni di Dio riguardo al comando: “Perché Dio sa che quando ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male” (Gen. 3:5). In altre parole: “Il comando di Dio è ingiusto; vi sta negando le cose buone!”
Conoscere il bene e il male non riguarda solo l’esperienza del bene e del male, ma anche il poter decidere cosa sia bene e male. Il serpente stava (falsamente) offrendo ad Adamo ed Eva la libertà di decidere autonomamente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Noi siamo tentati allo stesso modo di Adamo ed Eva.
Dio ci comanda di amarlo con tutto il cuore, la mente, l’anima e la forza, e di amare il nostro prossimo come noi stessi. Siamo costantemente e intensamente tentati di infrangere i comandamenti di Dio proprio come Adamo ed Eva. “Dio ha davvero ordinato questo?” “Non succederà niente di terribile se non lo fai!” “Dio ti impedisce di godere delle cose buone!” “Decidi tu stesso cosa è giusto o sbagliato da fare!”
Di fronte a tali tentazioni, siamo come conigli nelle fauci di un leone. Quanto dobbiamo pregare con urgenza: “E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”!
Stringiamoci al Salvatore che ha sofferto la fine che meritavamo.
Iniziamo pregando affinché nostro Padre ci liberi dalla morte, il prezzo del peccato. Meritiamo mille morti. Ci stringiamo al Salvatore che ha subito la morte che meritavamo, affinché possiamo godere della vita che lui merita.
Preghiamo, poi, affinché nostro Padre ci liberi giorno dopo giorno dal potere del peccato. Conosciamo i nostri cuori peccaminosi e la nostra debolezza. Prego affinché ci protegga da tentazioni e prove che siamo troppo deboli per resistere. Pregando con fervore questo potente appello, poniamo tutta la nostra speranza di salvezza nelle mani di nostro Padre.