Ognuno di noi vive con delle aspettative, sia su cosa possiamo o non possiamo fare, sia su cosa dovremmo o non dovremmo fare. Queste aspettative possono provenire da altre persone, da noi stessi, oppure dalla Parola di Dio. Indipendentemente dalla loro origine, dobbiamo affrontarle nella vita quotidiana, e questo può diventare un peso se non le consideriamo attraverso la luce della Parola di Dio e della grazia che abbiamo in Cristo.
Dobbiamo innanzitutto fondare tutte le nostre aspettative nella Parola di Dio.
È essenziale comprendere non solo le aspettative che abbiamo e quelle che gli altri hanno su di noi, ma anche le limitazioni provvidenziali che Dio ha posto nelle nostre vite. Queste limitazioni possono riguardare il tempo, il luogo, la salute, le finanze, le responsabilità o semplicemente il fatto di essere esseri finiti che non possono essere ovunque contemporaneamente o soddisfare le esigenze di tutti. Ecco perché è fondamentale leggere le Scritture e comprendere quali siano le aspettative di Dio su di noi, affinché ogni altra aspettativa possa essere misurata solo secondo il suo standard.
Ci sono elementi sui quali la Parola di Dio è chiara, come la legge di Dio nei Dieci Comandamenti, la realtà del peccato nel cuore dell’uomo e il fatto che tutti coloro che hanno nuova vita in Cristo producono il frutto dello Spirito. Questi sono elementi basilari per le aspettative che i cristiani hanno su se stessi e sul mondo che li circonda. Tuttavia, ci sono molte altre cose nella Parola di Dio, insieme alla nostra condizione di creature finite, che plasmeranno le aspettative che fissiamo per noi stessi alla luce delle limitazioni con cui dobbiamo convivere.
Dobbiamo stare attenti a non impostare le nostre aspettative su ciò che le altre persone stanno facendo.
La prima chiesa di cui mio marito era co-pastore era una comunità meravigliosa, e sono stata tanto benedetta dalle donne di quella chiesa. In particolare, la moglie di un anziano era sempre impegnata a servire famiglie con bambini piccoli. Era il suo dono di servizio per la chiesa, ed era una cosa bellissima da vedere e vivere. Per un periodo ho pensato: “Dovrei essere più simile a lei! Fa sempre così tanto.” Ma è questo il modo corretto di valutare il nostro servizio: misurarlo rispetto a quello di qualcun altro?
Piuttosto, dobbiamo guardare alla Parola di Dio, chiedere a Dio di darci i giusti desideri e esaminare le circostanze della nostra vita e le nostre limitazioni per comprendere come potrà apparire il nostro servizio. Potremmo avere aspettative per noi stessi, ed anche gli altri potrebbero averne per noi, ma siamo anche creature finite con delle limitazioni. Queste limitazioni significano che la nostra situazione è diversa da quella degli altri, e dunque non ci comporteremo esattamente come qualcun altro. Questo è un bene. Dio ci ha creati come individui.
Crescere nella comprensione delle aspettative di Dio per noi ci aiuta a viverle con amor cristocentrico.
Quando le aspettative provengono da fonti esterne, tale come come dovremmo comportarci, cosa dovremmo indossare o come dovrebbe apparire la nostra casa, tutto ciò deve essere filtrato attraverso il standard della Parola di Dio. Dio dice che i pavimenti devono essere aspirati ogni giorno? La casa deve essere impeccabile? Non ci devono mai essere piatti nel lavello? L’erba deve essere tagliata ogni settimana? No! Egli dice alle donne di gestire la loro casa, di amare i loro mariti e i loro figli, così come di amare e servire gli altri. Ma Dio stabilisce anche delle limitazioni: problematiche di salute, distanza, vincoli di tempo, persone che abbiamo a cuore, ecc.
Questo significa che ci saranno momenti (nel caso dell’esempio sopra) in cui la casa sarà più pulita e altre volte in cui sarà meno pulita. Potrebbero esserci briciole sul pavimento e alcuni piatti nel lavello perché i miei piccoli hanno bisogno di più attenzione (spirituale, emotiva o fisica), un’amica ha bisogno di incoraggiamento, o devo rimanere al telefono con la compagnia di assicurazioni per risolvere una fattura. La vita non è un elenco di cose da fare, ma un ballo di saggezza: vedere le aspettative di Dio su di noi nella sua Parola e poi viverle con amore e grazia cristocentrica verso noi stessi e gli altri.
I credenti sono esseri finiti e unici, che Dio ha creato in modo meraviglioso e temibile.
Questo modo di vivere non assumerà la stessa forma per tutti. Si tratta di vivere coram Deo (davanti al volto di Dio) secondo gli standard di Dio, rendendoci conto che siamo un’opera in corso guidata dallo Spirito Santo, e che siamo esseri finiti e unici, creati in modo meraviglioso e temibile, con delle limitazioni. È importante ricordare regolarmente i seguenti passaggi biblici tratti dalla prima lettera dell’apostolo Paolo ai Corinzi per mantenere le nostre aspettative centrate sulla Parola di Dio:
Infatti il corpo non è composto da un solo membro, ma da molti. Se il piede dicesse: “Poiché non sono una mano, non appartengo al corpo,” non per questo smetterebbe di far parte del corpo. (1 Cor. 12:14-15)
Ma così come è, Dio ha disposto i membri del corpo, ognuno di essi, come ha voluto. Se tutti fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo? Così invece ci sono molte parti, ma un solo corpo. (1 Cor. 12:18-20)
Ma Dio ha composto il corpo in questo modo, dando maggiore onore alla parte che ne ha bisogno, affinché non vi sia divisione nel corpo, ma affinché i membri si prendano cura gli uni degli altri. (1 Cor. 12:24-25)