Isaia ha profetizzato riguardo a questo: “Ecco, il mio servitore, che io sostengo, il mio eletto, in cui si compiace la mia anima; ho posto su di lui il mio Spirito; egli porterà giustizia alle nazioni. Non alzerà la voce né la farà sentire per le strade; non spezzerà una canna rotta e non estinguerà una lucerna fumante; porterà avanti la giustizia con fedeltà.” (Isa. 42:1-3)
Gesù conosce la nostra fragilità.
Puoi notare che questo passo tocca due aspetti fondamentali: la nostra fragilità e la dolcezza del nostro Salvatore. Infatti, siamo la “canna rotta” menzionata in questi versetti. Siamo feriti dal peccato, che indebolisce tutte le nostre facoltà. Siamo proprio come quella lunga e fragile stella d’erba che ondeggia nel vento. La Scrittura spesso paragona la nostra condizione a quella di un fiore che prospera in un momento e appassisce in un altro.
In altre parti, la Scrittura descrive la nostra debolezza dicendo che siamo “polvere” (Sal. 103:14). Tuttavia, nello stesso versetto, il salmista ci ricorda che Dio conosce la nostra fragilità; perciò, Egli è gentile e misericordioso con noi. Isaia esprime lo stesso concetto: sebbene siamo delle canne spezzate, Gesù non ci frantuma. Non ci schiaccia, non ci estirpa. Lui è dolce. Ecco due modi in cui Gesù si prende cura di noi con la Sua dolcezza:
1. Gesù porta le nostre debolezze.
In che modo Gesù ci mostra questa dolcezza? Sottoponendosi alla rottura per noi. Essendo schiacciato al nostro posto. Siamo così delicati che non potremmo mai sperare di affrontare il colpo duro che la giustizia di Dio richiede, quindi Gesù l’ha preso per noi. Per questo, Egli è ben consapevole della nostra condizione peccaminosa e del nostro bisogno profondo. Così, ci invita dolcemente, dicendo: “Venite a me, tutti voi che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo” (Matt. 11:28). Non ci darà mai più di quanto possiamo sopportare. Tiene sempre conto della nostra fragilità quando distribuisce il nostro destino.
Riflettete oggi sulla grande e buona dolcezza del vostro Salvatore, amici. Mentre vi sentite oppressi, ricordate che Gesù ha già tolto da voi il peso più grande: il vostro peccato.
2. Gesù ci sta restaurando.
Ora che ha fatto questo, Egli continua, giorno dopo giorno, a santificarvi e a rinforzarvi con la Sua grazia. Sta guarendo la vostra condizione ferita. Vi sta preparando per il cielo. Questa è un’altra cosa meravigliosa di questo passaggio, qualcosa di implicito che potremmo non notare a prima vista: ancor più che non romperci, Gesù ci sta restaurando. Ascoltate le parole del ministro del XVII-XVIII secolo Matthew Henry (1662-1714): Non spezzerà la canna rotta, ma la rinforzerà, affinché possa diventare un cedro nei cortili del nostro Dio. Non estinguerà la lucerna fumante, ma la soffierà per accenderla in una fiamma.